SILENZIO

“La riflessione ti custodirà e l’intelligenza veglierà su di te” (Pro 2,11). Molto simile è la sentenza di Aristotele: “Nel riposo e nella quiete l’anima si fa sapiente”. Chi tace di solito, è deriso, è compassionato. Eppure bisogna attraversare le strade del silenzio per riportare un po’ di ordine dentro di noi. Silenzio non è solo chiusura delle labbra, come diceva M. Delbrel: “Tutti i rumori che ci circondano fanno meno strepito di noi stessi. Il vero rumore è l’eco che le cose producono in noi”. E’ il silenzio che consente all’uomo di recuperare la sua intima forza vitale. Il silenzio è la parola-chiave capace di mettere ordine nel caos del nostro cuore e tutto il resto seguirà spontaneamente, secondo le parole di Madre Teresa: “Il frutto del silenzio è la preghiera, il frutto della preghiera è la fede, il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace”. Il silenzio è la premessa di ogni esperienza religiosa e il presupposto di ogni azione sacra. Nel silenzio ritorna in noi il primato di Dio e con lui affiora sul nostro volto una luce nuova. Nel silenzio s’impara a riflettere, le parole si riducono e tutto si semplifica. Madre Teresa ripeteva: “Io sono soltanto un piccolo filo: la corrente è Dio”. Sì, il volto del silenzio è il sorriso. Impara a parlare di meno e a sorridere di più perché, citando ancora Madre Teresa “il sorriso è l’inizio dell’amore”. Fuggi la chiacchiera e custodisci il silenzio e in te abiterà il pensiero. Ricorda il detto assai popolare: parla poco e ascolta assai e giammai non fallirai.