GIUSTIZIA E MALVAGITA’

“Chi pratica la giustizia si procura la vita, chi segue il male va verso la morte” (Pro 11,19). Nello stesso libro dei Proverbi si legge: “L’attesa dei giusti finirà in gioia, ma la speranza dei malvagi svanirà” (20,18ss) e ancora “La strada dei giusti è come la luce dell’alba che aumenta lo splendore fino al meriggio” (4,18).

Si sa, il male fa presto a prendere radici e a svilupparsi come dice il proverbio “la mala erba cresce presto”. L’esempio del giusto, invece, ha in sé la forza dirompente dell’ideale, il fascino del modello unico, la forza trainante di una forte personalità, sia nel bene che nel male. Il bene è un gran tesoro per una città, e chi più ne fa più ne riceve. Naturalmente “fai del bene e dimentica, fai del male e pensaci”. Il bene va rimesso alla bontà di Dio che ci saprà ricompensare, il male fatto, invece, bisogna ricordarlo per chiederne perdono e non compierlo più. Cicerone affermava “è meglio patire ingiustizie che farne noi agli altri”.

Muove più l’esempio che le parole. Se  fai il bene sarai sereno o in altri termini: “male non fare, paura non avere”. Se sarai buono niente ti potrà colpire, come ben dice il proverbio: “L’osteria non guasta l’uomo buono come la sinagoga non migliora il malvagio”.

Ricorda: chi segue la giustizia e la misericordia, troverà vita e gloria.