GIOVANI ALLA RICERCA DI ADULTI

Ha fatto il giro del mondo qualche anno fa la vicenda di Lorena, la quattordicenne picchiata selvaggiamente, strangolata con un cavo d’antenna Tv dopo il pestaggio e gettata dentro un pozzo come un animale. Protagonisti di quell’orrenda vicenda tre ragazzi, anch’essi minorenni, che hanno premeditato un agguato e deciso di ucciderla. Tre baby-boia che hanno sconvolto Niscemi, un paese di Caltanissetta in Sicilia, per la ferocia del delitto. Ma quel che maggiormente sconcerta è la freddezza dei tre che ha accompagnato il racconto dei fatti fino al più piccolo dettaglio, come se si trattasse di un “gioco”, tanto che uno di loro, ritenendo di meritare il premio, chiede al giudice, dopo aver confessato: “Ora posso andare a casa?”. In questi giorni le domande si affollano. Cosa sta accadendo ai ragazzi e alle famiglie anche le più oneste? Questi sono quelli della porta accanto, coetanei, incensurati, eppure un giorno qualcosa d’improvviso si scatena. C’è da chiedersi se si sia notevolmente ridotto il numero di educatori capaci di incoraggiare le nuove generazioni a non ripiegarsi sui problemi personali, ma piuttosto ad aprirsi agli altri, al mondo, alla dedizione secondo l’ideale evangelico dell’amore, del servizio e della gratuità. E c’è da interrogarsi sul tipo di società eticamente neutra nella quale i giovani vivono e crescono. Se manifestano carenza di punti di riferimento qualcuno si offra come educatore e guida per chi sta per affrontare la vita; se i giovani manifestano profonde esigenze di senso e di contenuti essenziali qualcuno li sostenga nelle loro incertezze, aiutandoli a superare le tante contraddizioni e i vuoti esistenziali che la società moderna talvolta impone. Le nuove generazioni sono alla ricerca di adulti ai quali attingere quel bagaglio di saggezza che consenta di vivere e di operare. Agli adulti chiedono valori, primo fra tutti l’amicizia il valore più importante, vissuto con fedeltà e sincerità. Certo non mancano gli educatori e i sacerdoti che sono diventati in questi anni il punto di riferimento per molti giovani e le loro scelte. Camminano al loro fianco, rispondono alle loro domande, propongono nel loro linguaggio e nel loro mondo Cristo come unica vera risposta. La domanda esiste nei giovani ma occorre squarciare quella cappa di torpore che si è creata e che rischia di stordire la mente e il cuore non solo dei giovani ma anche degli adulti, che indebolisce la volontà impedendo alle grandi domande di emergere con forza e di trovare esaurienti risposte. Agli adulti compete la soppressione della grigia coltre che impedisce il dinamismo delle domande e conseguentemente l’entusiasmo e la gioia di vivere in relazione con gli altri, guidati da ideali di benevolenza, amore e misericordia. I giovani apparentemente apatici e indifferenti, attendono dagli adulti di essere stimolati con proposte significative alle quali non mancheranno di rispondere con entusiasmo e generosità dando così occasione agli adulti di testimoniare i valori che formano una vita cristiana coerente e fedele. Sono fatti che interpellano tutti e dimostrano quanto sia urgente una azione educatrice capace di vedere nei problemi spirituali, umani e sociali delle nuove generazioni una delle priorità dell’azione educatrice.