11 Dicembre - Damaso

“Qui io, Damaso, desidererei far seppellire i miei resti, ma temo di turbare le pie ceneri dei santi”. Questa l’iscrizione che Damaso volle far porre nella Cripta dei Papi chiamata poi Catacombe di San Callisto, testimonianza non solo della sua venerazione verso i martiri, ma anche dello spirito di umiltà e di servizio che caratterizzò tutta la sua esistenza.

Nato a Roma nel 305 e cresciuto in una famiglia estremamente devota, assolve ben presto funzioni di diacono al fianco del papa Liberio.
Per ordine dell’imperatore Costanzo, il papa viene mandato in esilio in Tracia e l’Arcidiacono Felice, che ha preso il suo posto a capo della comunità, si fa proclamare papa da tre vescovi ariani inviati dal sovrano.

Damaso rimane fedele a Liberio, ed è accanto a lui quando questi, rientrato dall’esilio e accolto trionfalmente in città, destituisce l’antipapa Felice. Alla morte di Liberio, nel 358, viene quindi indicato come suo successore.

L’elezione, però, non è pacifica. Una parte della comunità elegge contemporaneamente il diacono Ursino, e tra le due fazioni si scatena una guerra che lascia sul campo 137 morti. Damaso ne esce vincitore, tuttavia i suoi avversari, condannati all’esilio, continueranno a contrastarlo per tutta la durata del suo pontificato.

In questi anni l’arianesimo conosce la sua fine e, in due Concili successivi, vengono condannati gli errori contro lo Spirito Santo e la perfetta umanità di Cristo.

Il suo pontificato è contraddistinto da una rigogliosa fioritura di riti e celebrazioni liturgiche. Papa Damaso darà incarico a san Girolamo di tradurre la Bibbia in latino.

E’ universalmente ricordato per il restauro di molti edifici sacri e delle Catacombe dei martiri cristiani, che arricchisce con epigrafi poetiche divenute famose.

Damaso muore l’11 dicembre del 384 e viene sepolto sulla via Ardeatina, in una tomba che egli stesso ha fatto costruire. Più tardi, i suoi resti sono trasferiti nella chiesa di San Lorenzo in Damaso, dove tutt’oggi riposano.

Grazie alla sua passione per la poesia, la scrittura e l’archeologia, è il protettore degli scrittori e dei divulgatori scientifici, e inoltre il patrono degli archeologi.

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