19 Novembre - Fausto

Fausto - nome beneaugurante e festoso, diffuso in tutta Europa, e direttamente connesso alla parola “festa” - è un diacono vissuto tra la metà del III secolo e l’inizio del IV ad Alessandria d'Egitto, nel periodo di maggiore fermento cristiano.

Alessandria, una delle più grandi città del mondo antico, già punto di incontro di scienziati come Euclide, Archimede, Eratostene o di letterati come Aristofane, Aristarco di Samo, Teocrito, e famosa per la sua immensa biblioteca, diviene, a partire dal II secolo d.C., un centro importante della cristianità, tanto che nel 391, sotto Teodosio, si sarebbe realizzata anche la distruzione del Tempio di Serapide, prima di allora simbolo della città.

Durante la persecuzione di Valeriano del 258, Fausto, giudicato dal prefetto Emiliano, insieme al vescovo Dionigi d’Alessandria con gli altri diaconi Eusebio e Cheremone, subisce l’esilio nella torrida regione di Kefro, in Libia.

Poi, mentre Dionigi viene trasferito altrove, Fausto torna di nascosto in Egitto dove sarà costretto per lunghi anni a vita errabonda insieme ai suoi confratelli.

Lo storico Eusebio, autore della celebre “Storia ecclesiastica”, tesse di lui questo elogio: “Si è distinto nel confessare la fede...e vecchio, pieno di giorni e di virtù, ha consumato nell’età romana il martirio per decapitazione”.

Subì una morte cruenta, avvenuta durante la persecuzione forse più sanguinosa, quella di Diocleziano, attraverso la quale Fausto testimonierà la fede nel Signore Gesù morto sulla croce e risorto.

Nel diritto dell’impero romano, il rifiuto di prestare culto agli dei era severamente punito, e i processi per “ateismo” erano occasione, per i cristiani, di affermare pubblicamente la propria identità. Quasi che il martirio potesse avvicinarli ancora di più a Gesù, rendendoli più simili al loro Maestro.

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