31 Agosto - Abbondio

Il don Abbondio manzoniano porta il nome di un personaggio di ben altra tempra. Abbondio è un santo vescovo vissuto nel V secolo, probabilmente originario di Tessalonica; egli, il cui nome in latino significa sovrabbondante, giunge a Como dove è designato a succedere al vescovo Amanzio, e viene consacrato nel 449.

Il papa Leone Magno lo invia nel 450 come suo legato a Costantinopoli presso Teodosio II, avendogli affidato un documento sulla dottrina dell’incarnazione del Verbo, che passerà alla storia come “Tomo al patriarca Flaviano”.

Nella capitale dell’Impero Romano d’Oriente, Teodosio è morto e sul trono siedono Marciano e Pulcheria, i quali hanno indetto un Concilio a Calcedonia per confutare le affermazioni di Nestorio e di Eutiche.

In un momento critico della discussione i Padri conciliari chiedono ad Abbondio di leggere quanto papa Leone aveva scritto in merito. Quindi tutti si levano in piedi e dicono: “Pietro ha parlato per bocca di Leone”, riconoscendo nella dottrina esposta la vera fede. Così Nestorio ed Eutiche sono condannati come eretici.

Il successo della missione fa di lui un personaggio di grande rilievo. L’anno dopo, al ritorno dall’Oriente, è ricevuto a Roma dal Papa e ha l’incarico di far conoscere nelle province del nord le decisioni conciliari di Calcedonia in merito alle teorie nestoriane ed eutichiane.

Abbondio si dedica all’evangelizzazione di alcuni territori montani della sua diocesi, in cui sono ancora presenti gruppi di pagani. Restaura la città dalle rovine provocate da Attila. Vive spesso in ritiro sull’Isola Comacina, dove fa costruire la chiesa di Sant’Eufemia e l’arricchisce di molte reliquie.

La sua morte sarebbe avvenuta nel giorno di Pasqua, nel 469 o nel 489.
Le sue spoglie sono sepolte sotto l’altare maggiore dell’antica basilica dei Santi Apostoli, poi a lui intitolata.
E’ protettore della città di Como.

Pensiero del giorno

La Santa Vergine ci ha generati due volte: nell’Incarnazione e ai piedi della croce. Ella è dunque due volte nostra madre (San Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars)