Il suo nome di battesimo è Isabella, ma la domestica india Marianna che le fa da balia, colpita dalla sua bellezza, secondo il costume degli indios, le dà il nome di un fiore: “Sei bella – le dice – sei rosa!”. E il soprannome ha avuto il sopravvento sull'altro che è rimasto dimenticato nei registri.
Nata nel 1586 a Lima, capitale dell'allora ricco Perù, da genitori benestanti provenienti dalla Spagna, vive una fanciullezza serena ed economicamente agiata; in seguito i suoi genitori hanno un tracollo finanziario che li riduce in povertà.
Rosa, che aveva studiato con impegno, imparando anche l'arte del ricamo, si impegna e aiuta i genitori in ogni genere di attività: dai lavori casalinghi alla coltivazione dell'orto e al ricamo.
Un pensiero, tuttavia, la tormenta: “Perché gli indios devono soffrire tanto?”.
Legge qualcosa di santa Caterina da Siena; la sente subito madre e sorella, e la assume a modello. Da lei apprende l'amore per il sangue di Cristo, la passione per la chiesa e in particolare l’amore per i fratelli indios.
Veste l'abito di terziaria domenicana e si ritira a vita contemplativa in una piccola cella, assumendo il nome di Rosa di Santa Maria.
Come Caterina, anche lei è resa degna di rivivere nella sua carne la passione del suo Sposo. Mistica, sopportò atroci sofferenze fisiche e psichiche.
Appena sente avvicinarsi la partenza per il cielo, Rosa confida: “Questo è il giorno delle mie nozze eterne!” e si spegne il 24 agosto 1617.
Ha solo 31 anni.
Patrona dell’America Latina, delle Filippine e delle Indie Occidentali, è protettrice dei giardinieri e fiorai, ed è invocata in caso di ferite, contro le eruzioni, e in caso di litigi in famiglia.
"Maria Santissima è l'acquedotto con cui fluiscono nella Chiesa e nell'anima fedele i doni della grazia"
(Ricardo di S. Lorenzo)