17 Agosto - Giacinto di Polonia

Giacinto si chiamava in realtà Jacko, diminutivo di Giacomo. Il cambiamento del nome avviene un secolo dopo la sua morte, nel 1352, quando Stanislao di Cracovia in una sua opera lo paragona al fiore di giacinto, inducendo i biografi posteriori nell’equivoco.

Giacinto, appartenente alla piccola nobiltà della Slesia, nasce poco prima del 1200. A diciotto anni è dapprima canonico di Cracovia e poi entra a far parte dell’Ordine appena fondato dei Padri Predicatori, comunemente detti Domenicani.

A Bologna nel 1221 incontra san Domenico, che lo incarica di propagare il suo ordine in Polonia.
Egli lavora molto in tal senso, e fonda la prima casa dei Frati Predicatori in Polonia e si spinge fino a Danzica, ai confini con la Prussia, per evangelizzare popolazioni ancora pagane.

E’ poi a Parigi, dove riceve il mandato di creare una missione domenicana a Kiev nell’Ucraina. Qui, però, il principe Vladimir Rurikovic lo fa allontanare per non irritare gli ortodossi. E’ il 1233.

Giacinto è allora incaricato della cura spirituale dei crociati che combattono contro i pagani della Prussia. Infine ritorna a Cracovia dove si spegne nel 1257.

Il suo culto ha inizio il giorno della sepoltura. La tomba nella chiesa dei Domenicani di Cracovia diviene méta di pellegrinaggi. Accorrono a lui malati e bisognosi di aiuto.

Detto l’“apostolo della Polonia”, gli sono stati attribuiti  molti miracoli, tra i quali l’attraversamento della Vistola in piena sul suo mantello con tre confratelli. Si narra che, mentre fuggiva da Kiev, incalzato dai Cosacchi, portando con sé l’ostensorio, gli apparve la Madonna, chiedendogli di portare via anche la sua statua; egli, obbedendo ciecamente, ha eseguito in modo incredibile la richiesta.

E’ il patrono delle gestanti, delle partorienti e della Lituania. Per aver salvato e resuscitato un giovane annegato, è anche il protettore dei naufraghi.

Pensiero del giorno

La “donna” dell’Apocalisse è Maria stessa. Ella appare “vestita di sole”, cioè vestita di Dio: la Vergine Maria infatti è tutta circondata dalla luce di Dio e vive in Dio. Questo simbolo della veste luminosa chiaramente esprime una condizione che riguarda tutto l’essere di Maria: Lei è la “piena di grazia”, ricolma dell’amore di Dio. La “piena di grazia”, l’“Immacolata” riflette con tutta la sua persona la luce del “sole” che è Dio  (Benedetto XVI, 8 dicembre 2011)