10 Luglio - Rufina

Rufina e Seconda avevano conosciuto due giovani cristiani, e speravano di condividere con loro il proprio futuro di spose e di madri.

I condizionamenti sociali e gli obblighi legali di quel tempo (verso il 260), insieme con l’ostracismo più duro nei confronti di chi non facesse
apertamente professione idolatrica, inducono i loro promessi all’apostasia.

A loro volta essi sollecitano le due sorelle a fare altrettanto in modo da poterle sposare.

Forse le intenzioni non erano cattive, ma Rufina e Seconda non vogliono abiurare la fede di Cristo e decidono di rimanere vergini.

All’epoca era una scelta coraggiosa: la condizione di donna senza un uomo, come quella delle vergini e delle vedove, non era socialmente conveniente.

I due uomini non si rassegnano e le denunciano alle autorità. Avvisate, le donne fuggono da Roma, ma vengono scoperte al quattordicesimo miglio della via Flaminia e consegnate al prefetto Giunio Donato.

Ogni tentativo di dissuaderle risulta vano. Condotte in una selva al decimo miglio della via Cornelia vengono trucidate.
“Chiediamo che presto ci sia restituita la pace, che ci sia concesso subito un aiuto in queste tenebre e in questi pericoli, che si adempiano le promesse che il Signore si è degnato di annunziare ai suoi servi: la restaurazione della Chiesa, la sicurezza della salute eterna, dopo le tenebre la luce…” così recita la preghiera di Cipriano di Cartagine, vescovo e martire, contemporaneo delle due martiri.

Nel secolo IV sulla tomba di Rufina e Seconda papa Giulio I eresse in loro onore una basilica, oggi scomparsa. E già dal secolo V si ha notizia di una diocesi suburbicaria, tuttora esistente, di Porto e Santa Rufina.

Rufina è invocata per guarire da qualsiasi genere di punture.

Pensiero del giorno

"Se conoscessi una persona che ama Maria più di me, andrei a cercarla, anche a cento leghe di distanza, per imparare da essa ad amare di più la Vergine"   (S. Giovanni Eudes)