19 Giugno - Romualdo

Romualdo, dal nome tedesco che significa “colui che regna glorioso”, nasce nel 952 nei pressi di Ravenna.
Fino a venti anni si dedica ai piaceri del mondo. Un giorno, però, viene turbato da un’esperienza sconvolgente: vede suo padre uccidere, durante un alterco, un parente.

secondo la consuetudine del tempo, per espiare il suo gesto l’omicida avrebbe dovuto trascorrere un certo periodo in un monastero per farvi penitenza.  Romualdo si offre al posto del padre e passa quaranta giorni nel monastero benedettino di Sant’Apollinare in Classe.

Là matura la decisione di diventare benedettino e prende i voti.
Dopo alcuni anni, abbandona Sant’Apollinare e si unisce a un anziano eremita che viveva nei pressi di Venezia.

Nel 978 si reca sui Pirenei, dove fonda una comunità di eremiti.

Quando torna in Italia, l’imperatore Ottone II lo nomina abate di Sant’Apollinare in classe, ma l’anno seguente rinunzia all’incarico. Romualdo ha trovato la propria strada, una via di mezzo tra la vita monastica ed eremitica: lavoro, ma soprattutto vita di contemplazione e di solitudine. Intorno a quest’esigenza sentita anche da molti altri giovani, cominciano a fiorire alcune comunità religiose: a Verghereto, a Lemmo, a Val di Castro, a Ravenna, a Vallombrosa.

Nel 1012 giunge a Camaldoli, e qui fonda l’ordine camaldolese. I monaci vivono in celle separate le une dalle altre, osservando il più rigoroso silenzio e un digiuno costante.

Romualdo muore a Val di Castro nel 1027. Ha costituito il migliore esempio per i solitari.

La sua memoria veniva celebrata il 7 febbraio, anniversario della traslazione delle reliquie. Il nuovo calendario della chiesa l’ha riportata, giustamente, all’anniversario della morte, il 19 giugno.

E’ invocato da chi vuole ritrovare le tracce di parenti e familiari dei quali non ha più notizie.

Pensiero del giorno

"Non vale la pena avere dei diritti che non derivano da un dovere assolto bene" (Gandhi -1869-1948)