Fra i principali eventi della vita della Vergine, commemorati con una festa liturgica, c’è la visita che Maria fece alla cugina Elisabetta, madre “in attesa” di Giovanni Battista, per prestarle servizio.
Maria, aggregandosi probabilmente a una carovana di pellegrini che si erano recati a Gerusalemme, attraversa la Samaria e raggiunge Ain-Karim, in Giudea, dove abita la famiglia di Zaccaria.
La presenza del Verbo incarnato in Maria è causa di grazia per Elisabetta, che, ispirata, avverte i grandi misteri operati nella giovane cugina, la sua dignità di Madre di Dio, la sua fede nella parola divina, e la santificazione del precursore, che esulta di gioia nel seno della madre.
L’umiltà di Maria non le impedisce di riconoscere le “grandi cose” che Dio ha operato in lei e con il Magnificat scioglie il suo canto di riconoscenza all’Altissimo.
Maria rimane presso Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, e attende probabilmente altri otto giorni per il rito dell’imposizione del nome.
Sembra che l’origine di questa festività sia da attribuirsi ai frati minori francescani e al loro grande santo, Bonaventura da Bagnoregio, al quale va anche il merito di aver introdotto la bella consuetudine di rivolgere un saluto alla Vergine con i rintocchi serali dell’Ave Maria.
In considerazine del periodo trascorso presso la cugina Elisabetta, la festa della Visitazione era fissata al 2 luglio, ottava della nascita del Precursore, commemorata il 24 giugno. Il sinodo di Basilea, nella sessione del 1 luglio 1441, conferma la festività.
L’attuale calendario liturgico fissa la memoria all’ultimo giorno di maggio, quale coronamento del mese che la devozione popolare consacra al culto particolare della Vergine.
L’uomo è “un viandante”, e il suo motore è lo Spirito Santo, che c’insegna ad essere “figli” e a vivere la vita con lo “sguardo” di Dio (Papa Francesco)