Giovanna Antida Thouret nasce vicino a Besançon nel 1765.
Nella sua famiglia contadina Giovanna Antida assiste fino alla morte la madre, poi deve badare a sette fratelli più piccoli. A ventidue anni entra tra le suore di Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Parigi.
La Francia rivoluzionaria scioglie e disperde anche le suore e Giovanna Antida si ritrova a Besançon sola, senza compagne e senza guida.
I poveri e malati ci sono sempre. I suoi voti non possono essere cancellati dalla rivoluzione, e resta suora in clandestinità. Cura i malati, guida le preghiere nei nascondigli, rischia la vita aiutando i preti in carcere.
Mescolata alla folla, accompagna fino alla ghigliottina i condannati a morte, e con lo sguardo li segue fino ai momenti estremi per infondere coraggio.
Più tardi il vicario della diocesi le chiede di fondare a Besançon un nuovo istituto di suore sul modello vincenziano.
Giovanna si mette al lavoro e l’11 aprile 1797 fonda le Suore della Carità per formare maestre, infermiere, catechiste; ancora osteggiate da molti, poi tollerate e infine chiamate in ospedali e scuole, mentre sale al potere Napoleone Bonaparte.
Il clima è cambiato, l’istituto si sviluppa, e nel 1810 Gioacchino Murat reclama le Suore nel Regno di Napoli. Giovanna vi giunge con otto consorelle, si stabilisce nel monastero di Regina Coeli e da qui comincia a fondare nuove case.
Una crisi improvvisa si abbatte sulla sua fondazione e nel 1821 accorre a Besançon con la speranza di mantenerla ancora unita, ma il vescovo non la riceve, e addirittura le vieta di entrare nel suo Istituto.
Giovanna dà una stupenda lezione e un esempio luminoso a tutti: bacia in silenzio la porta sbarrata e se ne va. Accetta tutto per fedeltà alla Chiesa.
Muore a Napoli nel 1826 ed è sepolta nella chiesa di Regina Coeli.
Maria ama la gioventù e quindi ama e benefica quanti della gioventù si prendono cura (Don Bosco)