5 Maggio - Irene di Lecce

Irene, dal nome che in greco vuol dire “pace”, è originaria di Lecce, la città nota come la “Atene delle Puglie”. A sant’Irene è dedicata una delle più belle chiese barocche di Lecce, di cui è patrona.

La chiesa che ne conserva le reliquie, posta tra il Duomo e il Municipio, è stata costruita dall’architetto leccese Giuseppe Cino tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento, periodo nel quale la devozione  già vantava una tradizione millenaria. Irene, infatti, muore nel IV secolo, martire per la fede, probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano.

Si racconta che Ia giovane sarebbe stata la figlia di Licinio, il futuro Imperatore e socio del grande Costantino, insieme al quale avrebbe sottoscritto l’editto di tolleranza religiosa per i cristiani - passato alla storia come ”Editto di Costantino” - che segna la fine delle persecuzioni contro i cristiani e l’inizio di un’epoca di pace.

La fede della fanciulla avrebbe dunque contribuito a predisporre l’animo paterno a favore dei credenti in Cristo.  Si racconta che quando aveva sei anni, per nascondere la sua bellezza, il padre la chiuse in una torre con tredici serve. Qui la bambina fu istruita da un angelo e poi battezzata. Distrusse gli idoli che il padre le aveva dato perché li adorasse, ma quando questi lo venne a sapere, per punirla la legò ad un cavallo selvatico, il quale, però, invece di trascinarla e ucciderla, morsicò la mano del padre, causandogli la morte. Egli, grazie alle preghiere di lei, tornò in vita e si fece cristiano con la moglie e tremila sudditi. Irene venne poi arrestata, torturata e decapitata.

Non sappiamo se Irene, la martire di Lecce, sia stata veramente figlia di un Imperatore. E’ tuttavia degno di nota un particolare significativo: anche i Copti, cioè i cristiani dell’Egitto e la Chiesa dell’Etiopia, onorano una santa Irene o Erina ed anch’essi tramandano che sia stata figlia di un re, Licinio.

L’origine della devozione per i santi presso i Copti  e gli Etiopi è molto antica, ed è rimasta, per così dire, cristallizzata nei secoli. Si può pensare perciò che questa sant’Irene e la martire venerata a Lecce siano la stessa persona.

Pensiero del giorno

Beata te, o Maria, perché lui sostennero le tue ginocchia, lui portarono le tue braccia, e abbracciasti colui che è vestito di fiamma (Efrem Siro)