LE ROCCE CI PARLANO DI DIO

Un tempo erano frequenti i giri in montagna dove mi fermavo col naso all’insu per contemplare le montagne rocciose. Ora mi rimangono i ricordi e il desiderio di tornarvi per rinfrancare lo spirito. Le rocce infatti hanno sempre avuto un effetto potente sugli uomini. E più sono poderose e insolite nella loro forma tanto più grande è il loro effetto. I nostri antenati scavavano le loro abitazioni dentro le rocce e alcune venivano adibite a sepolcri, altre rocce invece erano considerate manifestazioni potenti della divinità. Tutte le grandi pietre di forme varie, sono cariche di storia: pietre trasportate e levigate dai ghiacciai e dai torrenti, pietre cadute dal cielo come meteoriti, pietre che cozzando tra loro sprigionano fuoco, quasi possedessero un potere soprannaturale. Pietre dure, collocate sulle tombe e pietre preziose usate come gioielli di grande valore. La pietra angolare re di un edificio che reca scritte notizie di avvenimenti singolari, pietre erose e levigate dal vento o dall’acqua come le rocce eoliche o le marmitte dei giganti. Massi erratici di enormi proporzioni, trasportati a valle lentamente dalle masse glaciali. L’uomo è portato a celebrare la forza e la durezza della roccia e della pietra, eppure anche la roccia è permeabile, basti pensare come le fragili acque riescono a levigarla, i venti a modellarla, il sole a spaccarla, il gelo a frantumarla, e l’uomo a lavorarla mirabilmente con il suo scalpello. Lungo il corso dei secoli, l’orlo tagliente o appuntito di una selce è servito per difendersi dagli animali, per scavare la terra, per lavorare il legno, per incidere le prime figurazioni rupestri. E’ dal cozzo di due pietre che venne la prima fiamma catturata dall’uomo. E così si è passati dall’età della pietra a quella del ferro, e via via fino all’età moderna. A noi oggi il ricordo di millenni di storia lasciato dalle pietre a ricordarci che la creazione è sacra e va rispettata perché ci parla di Colui che ce l’ha donata.