CONSIGLI AI GIOVANI

In questo periodo sto riflettendo quotidianamente sull’età giovanile, su quella da me attraversata molti anni addietro e su quella dei giovani che numerosi incontro nel campo del lavoro, per le vie delle città, nelle aule scolastiche. E dentro di me risuonano le parole che un giorno avevo annotato dopo che il mio maestro, saggia persona, le aveva lette a scuola. Sono consigli di Niccolò Tommaseo: “E se per impazienza o soprapensiero vi sfugge qualche atto spiacevole, non vi ritenete per vergognosa vergogna dal ripararlo tosto, o quanto più presto potete, in maniera però che l’ammenda non sia né indeliberata né finta. E similmente le offese che vi accadesse di fare alla gente di fuori, affrettatevi a spontaneamente ammendarle, come correggereste pronto un errore di pronuncia o di grammatica che vi scappasse detto soprapensiero. Più indugiate, e più la riparazione vi si farà grave, avrà meno merito, sarà meno accetta. Se pronta e cordiale, può volgere lo sdegno dell’offeso in rispetto e in affetto; ma almeno provvederà certamente alla pace e alla dignità dell’anima vostra”.

Chissà se i maestri di oggi insegnano agli studenti questa condotta! Se le ricordassimo a noi stessi, ai nostri figli, agli scolari, ai genitori, a tutti gli uomini di buona volontà forse avremo risolto metà dei problemi che attraversano le società moderne e probabilmente il mondo conoscerebbe giorni di più stabile pace.