UN CONFESSORE ECCEZIONALE

Papa Francesco non cessa di ricordare a tutti che Dio è misericordia. Egli per primo dà l’esempio accostandosi pubblicamente alla confessione, il sacramento appunto della riconciliazione. Ho vissuto diversi anni a Bologna dove ho portato il mio contributo nell’evangelizzazione mediante i mezzi di comunicazione. Sono stati anni molto ricchi di esperienza dove ho potuto conoscere tante persone impegnate in realtà meravigliose cariche di generosità e di altruismo. Dal racconto di questi amici ho imparato a conoscere padre Marella, un sacerdote morto in concetto di santità dopo aver vissuto una vita esemplare per la sua carità verso i poveri e che spero sarà presto elevato agli onori degli altari. Tanto mi piaceva Padre Marella che ne parlavo spesso durante le mie conferenze. Un giorno un mio amico artista che aveva ascoltato i miei racconti sull’umile prete venne da me con uno splendido quadro dipinto a mano con il volto appunto di padre Marella, opera unica che conservo gelosamente anzitutto perché è il ricordo di un artista amico e poi per ciò che il dipinto rappresenta. Si racconta che una volta padre Marella fu colto dal sonno mentre si trovava in confessionale. Il penitente era uno dei suoi ragazzi, uno dei più piccoli, un bambino. Fuori dal confessionale c’era una lunga fila. Ognuno attendeva pazientemente il proprio turno. Ma ecco che l’attesa si era fatta più lunga del consueto. I colli si allungavano a vedere. Il ragazzino non usciva dal confessionale. Tutto intorno era silenzio. Il padre si era infatti addormentato mentre stava per dare la penitenza al bambino. Questi rimase in ginocchio dove era, non osando andarsene senza aver ricevuto l’imposizione della parte conclusiva del sacramento. I ragazzi intanto incominciavano ad agitarsi, tuttavia nessuno si allontanava. Padre Marella si destò all’improvviso. Vide il bambino inginocchiato dietro la grata e gli disse: “Su, vai e lascia il posto agli altri”. “Ma la penitenza?” obiettò il ragazzo. “La penitenza l’hai già fatta. Non ti basta?”.